PUGNOZEN: LA MENTE VIENE PRIMA DEL PUGNO - ACCADEMIA ARTI ORIENTALI ASD
COSA È
Esistono diversi stati di coscienza : lo stato di veglia è quello ordinario in cui ci troviamo a vivere durante il giorno. C’è poi lo stato di coscienza del sonno e quello del sogno. E ci sono gli stati di coscienza alterati, anzi “modificati”, riservando la dizione “alterati” a quelli indotti da farmaci o sostanze inebrianti (alcol, droghe, ecc.).
La Meditazione è uno stato di coscienza modificato, in cui la frequenza delle onde cerebrali viene abbassata in modo significativo mediante la respirazione, raggiungendo un rilassamento profondo e totale, che riguarda la nostra parte fisica, emotiva e mentale.
Nello stato di veglia, noi conosciamo la realtà che ci circonda attraverso i sensi, il pensiero, la memoria. Durante il sonno profondo, noi abbiamo accesso in modo non consapevole, purtroppo, al nostro inconscio. Ce ne accorgiamo al risveglio ricordando alcuni sogni densi di simboli e di significati spesso oscuri.
Ed è proprio la Meditazione, con la riduzione di frequenza cerebrale citata, che consente di ottenere i benefici di rigenerazione e riposo del sonno profondo, e l’accesso all’inconscio, e non solo il nostro inconscio individuale; tende cioè a farci entrare in contatto con quella che possiamo chiamare la Mente Universale, che collega ogni essere senziente come una ragnatela energetica, anzi collega proprio tutto. E ciò avviene con elevata consapevolezza, cioè con attenzione percezione e coscienza a livello massimo.
In uno stadio più approfondito, la Meditazione diventa una condizione di relazione diretta tra il nostro Sè individuale e la coscienza cosmica, divina (o comunque vogliate chiamarla). Quando parlo di “Sè individuale” intendo la nostra personalità già armoniosamente integrata ed equilibrata, non il semplice Ego, dunque.
COME SI FA
La Meditazione è un fatto essenzialmente mentale. Nello stato meditativo la mente è ricettiva, luminosa, vuota, in qualche modo sintonizzata sulla frequenza della mente universale.
Questo non si può insegnare.
Non è qualcosa che si fa, ma è piuttosto un “luogo” dove si è. La Meditazione non è legata all’agire, ma all’essere. Le tecniche di meditazione, quelle sì, si possono invece insegnare. Ciò che si impara è simile al leggere i cartelli stradali o i simboli di una mappa. Come in una mappa si impara a seguire una via e, come in una mappa, vi sono sempre diverse strade (o sentieri o piste) che portano tutte alla stessa destinazione.
PERCHÈ MEDITARE
Fin da quando nasciamo, già con le prime esperienze, nel nostro cervello si formano incessantemente sempre nuovi e più complessi circuiti neuronali, che continuano a crearsi ed a modificarsi per tutta la vita. Fino alla morte. E’ solo nello stato di coscienza modificato chiamato “coma”, che questa attività si interrompe.
Si creano senza sosta così degli schemi conoscitivi e, almeno fino a 16 – 20 anni, con una velocità elevata, che poi tende a calare con l’età.
Noi conosciamo il mondo attraverso questi schemi conoscitivi, ed anche noi stessi.
Ma, col passare del tempo, queste strade e sentieri, questi collegamenti, diventano sempre più difficoltosi : il territorio diventa come intasato da percorsi sempre più obbligati e ripetitivi. Qualcosa di molto simile ad un percorso giornaliero in auto su strade sempre più affollate.
Ecco che allora, a partire dai vent’anni, e a volte anche prima, diventiamo pigri e diventa più comodo e rassicurante seguire vie conosciute, approvate dalla società e dalla cultura dominante.
E allora avviene che il nostro potenziale energetico e creativo tende mano a mano a ridursi e lo fa velocemente. Ciò può portare a spegnere progressivamente la mente e l’intelligenza.
Diverse persone (tante per fortuna, ma non tantissime) si accorgono di questo e cercano di porvi rimedio. Le conclusioni positive che si possono trarre da questa esperienza, che è dolorosa e traumatica ma del tutto generale, sono almeno tre :
Ebbene, tutto questo si ottiene mediante la Meditazione.
La Meditazione è lo strumento più sperimentato e sicuro, nella storia dell’uomo fino dal Paleolitico ad oggi, per:
Ettore Tessera