PUGNOZEN: LA MENTE VIENE PRIMA DEL PUGNO - ACCADEMIA ARTI ORIENTALI ASD
1. INTRODUZIONE
2.LE LEGGI
3. LA SALUTE NELLE DISCIPLINE ENERGETICHE CINESI
4. LE ARTI MARZIALI - Energetica cinese applicata
Nel panorama delle discipline energetiche, quelle cinesi occupano senza dubbio un posto di rilievo.
L'agopuntura, la fitoenergetica, il feng shui, le arti marziali, il Chi Qong etc. sono sempre più conosciuti e molti, in un modo o nell'altro, sono entrati in contatto con qualche aspetto di queste discipline.
E' importante ricordare che le discipline energetiche cinesi affondano le loro radici nella notte dei tempi e che quanto noi riusciamo a scorgere di esse non è altro che la punta di un iceberg. Noi occidentali tendiamo a esaurire il senso di queste discipline nei loro risvolti più visibili e cioè nei loro aspetti curativi, eppure questi sono solo piccole punte di qualcosa di molto più grande, di una profonda visione del mondo, dell'uomo, e delle leggi che regolano entrambi.
Le prime notizie della cultura cinese giunsero in Europa nel 1600. I primi testi di agopuntura furono infatti pubblicati in Francia in quel secolo. Accolti in sordina, l'agopuntura cinese fu finalmente presa in considerazione attorno al 1800, anni in cui fece la sua apparizione anche in Italia.
Bisogna però dire che l'interesse nei confronti del pensiero energetico cinese rimase per lungo tempo confinato agli aspetti più materialistici che meglio si sposavano con la visione del mondo meccanocistico-deterministica sviluppatasi in Occidente . Bisognerà attendere il '900 per far sì che l'interesse si evolvesse verso una considerazione globale e vera del messaggio espresso dalla cultura cinese.
Pur provenendo dell'altra parte del mondo, il messaggio energetico espresso dalla cultura cinese non differisce in alcun modo nei principi o nella visione della realtà da altre discipline energetiche a noi culturalmente più vicine quali l'omeopatia (nata in Germania alla fine del 1700 ad opera di Samuel Hahneman) i Fiori di Bach (in Inghilterra nel 1900 grazie a Richard Bach) la Cromologia (in Italia, nelle ultime decadi del 1900 in virtù di Carlo Alberto Vigo) e così via.
La peculiarità propria del messaggio energetico cinese è quella di aver sviluppato un linguaggio che fornisce strumenti diretti per intervenire nella vita generale delle persone, secondo leggi immutabili condivise dalle altre discipline energetiche, utilizzando come porta di ingresso gli aspetti più "materiali" dell'organizzazione energetica della vita e cioè il corpo per il micromassaggio e l'agopuntura, la costruzione di case e ambienti in cui abitare per il feng shui, le arti marziali per il mantenimento della salute. In ogni caso l'azione deve essere guidata da una profonda consapevolezza delle leggi che regolano la vita.
Le leggi su cui si fondano le discipline energetiche sono le seguenti:
2.1 Il Tao
Questo è il simbolo del Tao. In questo simbolo sono contenuti tutti i principi delle discipline energetiche cinesi: la legge dell'Uno, la legge del Due e la legge del Tre. Queste leggi sono a fondamento di tutta la concezione energetica cinese nello specifico ma, come abbiamo detto sopra, gli stessi principi espressi in linguaggi differenti sono l'anima di ogni disciplina che si possa chiamare "energetica", da qualsiasi parte del mondo essa provenga.
2.2 La legge dell'Uno - Il Tao
Il Tao è il principio a fondamento di ogni realtà, e come tale è insondabile, indefinibile. Il linguaggio umano può girarci intorno, l'uomo può intuirlo e anche cercare di descriverlo, ma le pulsazioni del Tao non si possono racchiudere in piccoli concetti umani.
Nel quarto paragrafo del Tao-te-ching, antico testo cinese, leggiamo :
"Il Tao non è sostanza, è attività inesauribile
Agire che non lo accresce
Come è insondabile !"
L'Uno è azione. Questo aspetto è stato considerato in varie culture in modi apparentemente differenti eppure uniti nella sostanza. Senza dare nomi all'Uno, senza cercare di definirlo, possiamo comunque ragionare su quanto deriva da esso e che rientra nel nostro campo di esperienza.. Dall'azione deriva il movimento e con esso la trasformazione. Ed ecco la Legge del Due.
2.3 La legge del Due - Lo Yin e lo Yang
Il Tao non lo si può definire, lo si può sperimentare in ciò che rientra nel nostro campo di esperienza. E ciò di cui facciamo esperienza sempre e in ogni istante è il cambiamento, la danza degli opposti, del giorno e della notte, del caldo e del freddo, della gioia e della tristezza, del pieno e del vuoto, dell'espansione e della contrazione, del lento e del veloce ...
Nell'antica Cina, gli opposti si chiamavano Yin e Yang. Lo Yin è il freddo, il fermo, il nero, il basso, l'interno, il nascosto. Lo Yang è il caldo, il movimento, il bianco, l'alto, l'esterno, il manifesto.
La sfera del Tao è divisa in due parti, una bianca e una nera, rispettivamente lo Yang e lo Yin. All'interno del bianco c'è un puntino nero e all'interno del nero c'è un puntino bianco: ogni cosa ha in se il seme del suo opposto e questa trasformazione è il mutamento.
Tutto in questa terra è soggetto a mutamento, non esiste nulla di immutabile: un evento accade, resta per un po' e poi passa, cambia. Ad esempio l'estate, il massimo Yang che, raggiunto il suo apice, lascia l'irruenza del sole di agosto e passa pian piano nella dolcezza dei colori settembrini . L'inverno, il massimo Yin,, da piccolo puntino nascosto nel cuore dell'estate comincia a crescere e a manifestarsi nelle prime folate gelide d'autunno mentre brillano accesi i colori di una natura che preserva in sé l'estate come un ricordo. Lo Yin cresce e lo Yang si affievolisce fino a quando il massimo Yin non raggiunge il culmine nell'inverno più profondo e l'estate sembra essere completamente dimenticata. Eppure il mutamento energetico non è inattivo e lo Yang nascosto crepa la morsa dei fiumi ghiacciati e il disgelo improvvisamente ci parla d'estate.
Questa rappresentazione esprime il manifestarsi del Tao attraverso il continuo movimento degli opposti, l'uno verso l'altro.
Lo Yin e lo Yang sono emanazioni dell'Uno e nel loro incessante trasformarsi nel loro opposto intessono le trame di ciò che a noi appare come Realtà.
2.4 La legge del Tre - L'uomo
"Un essere umano risulta dal Chi del cielo e della terra... L'unione
del Chi del cielo e di quello della terra è chiamato essere umano".
Nei King Suwen
Il Tre: il cielo, la terra e l' uomo, che è il ponte fra loro.
L'uomo, come tutte le cose, è passaggio dello Yang allo Yin e viceversa.
L'unione tra il cielo e la terra si realizza nell'uomo materialmente perché il flusso energetico che lo sostiene non è altro che un continuo passaggio energetico dallo Yin allo Yang e viceversa. Come la terra è solcata da fiumi e mari, così l'uomo è percorso da canali energetici nei quali scorre energia vitale. Questi canali sono di vario tipo e veicolano energia specifica di ogni meridiano. L'energia Yin e Yang circola nei canali secondo un preciso disegno.
Ma l'unione tra cielo e terra si verifica anche spiritualmente perché nell'uomo l'energia eterea, spirituale del massimo Yang (il cielo) si unisce con quella solida e materiale del massimo Ying (la terra). L'uomo non solo vive, ma può riflettere sulla sua vita e camminare sul sentiero della comprensione della vita. Nell'uomo la perfetta meraviglia della vita parla di sé: imparando a conoscere se stesso, l'uomo impara a conoscere le leggi della vita. Tutti i fenomeni che l'uomo può osservare sono una manifestazione del Tao, l"insondabile fondo di là dall'ultimo arcano".
2.5 Il Chi
"La vita umana è determinata da un accumulo di Chi e, al contrario, quando questi si disperde, giunge la morte: per questo si dice che un unico Chi pervade l'intero universo e i saggi dell'antichità apprezzavano quell'unità".
Nei King
Un bimbo nasce e i suoi polmoni si riempiono e si svuotano per la prima volta. Il respiro non lo abbandonerà mai, per tutta la vita fino a quando, nell'autunno della sua esistenza, si spegnerà senza far rumore: non più incanalato nelle cavità di un corpo umano si immergerà nuovamente nel respiro del mondo, di cui è sempre stato parte.
Da secoli in Cina questo respiro, brezza costante negli esseri animati o silenziosa immobilità negli astri e nelle montagne, viene chiamato Chi.
Il Chi è forza vitale, Energia vitale che sostiene l'uomo e che scorre in canali energetici che solcano il corpo umano dall'alto al basso e dal basso all'alto così come i ruscelli, i fiumi , i mari solcano la Terra.
Il Chi è il movimento del Tao, il respiro del Tao. Il Tao è la legge delle cose.
Il Chi è vitalità ed energia e per conservarlo correttamente bisogna proteggerlo. La forza che dà la vita è una regola, che è quella del Tao e cioè il giusto mezzo, l'agire senza agire, la tranquillità nel movimento.
Vivendo in modo consapevole ed attento i fenomeni della natura, l'uomo scopre il ritmo stagionale che scandisce il passare del tempo: ogni stagione è un fatto che accade e che influenza la materia inducendola a trasformarsi, ognuna con le sue caratteristiche, ognuna con il suo linguaggio. L'uomo, microcosmo nel macrocosmo, è attraversato in ogni stagione dalla stessa energia che induce le gemme a spaccare il proprio involucro e ad aprirsi nei fiori della primavera, e sarà in uno stato di salute quando rispecchierà l'andamento delle forze cosmiche. In primavera il suo fegato sarà nel pieno della sua funzionalità energetica, l'uomo amerà svegliarsi prima la mattina, sentirà dentro sé il rinnovo delle energie dopo l'intorpidimento invernale; in autunno il corpo mieterà il raccolto dell'estate e lo immagazzinerà per sfruttarlo in inverno. L'uomo si sentirà portato a riflettere dai segni di una natura che cambia d'abito e che muta i suoi colori dall'acceso sgargiante dell'estate, alla dolcezza delle sfumature dorate che accompagnano i raccolti.
Osservando la natura l'uomo impara delle verità su se stesso, comprende le influenze esterne alle quali è soggetto e, saggiamente, impara ad adeguarsi ad esse.
L'uomo è quindi un ponte fra il cielo e la terra e vive in quanto parte di un macrocosmo regolato da leggi precise. Nel momento in cui viene alla luce entra in un sistema dal quale dipende strettamente. Se l'unità energetica dell'uomo è ben integrata con le leggi del macrocosmo allora l'individuo vivrà la sua esistenza armoniosamente nel corpo, nella mente e nello spirito. Un allontanamento dalle leggi che lo governano avrà come conseguenza una rottura dell'armonia e l'infiltrarsi di squilibri energetici che si manifesteranno sia a livello spirituale che mentale che fisico. Blocchi, disarmonie, disaccordi, dolori saranno i signori del corpo e una mente sbilanciata sarà sovrana.
L'uomo però ha il potere di osservare e comprendere e, tramite la riflessione fondata sulla considerazione delle leggi di natura, di riportare se stesso in salute.
Questo può avvenire se vi è coscienza del fatto che la malattia è innanzitutto un disaccordo con le leggi che regolano la vita e il primo gradino della salute è l'arte dell'accordarsi con il canto delle stagioni che fluiscono.
Un aspetto che contraddistingue le discipline energetiche cinesi è la concretezza, l'applicazione delle leggi a tutti gli aspetti della vita. Le arti marziali sono proprio un esercizio di applicazione pratica di queste leggi.
Lo studio delle arti marziali non sono solo un esercizio fisico ma piuttosto una via per sperimentare dentro sé la verità delle leggi dell'Uno, del Due e del Tre.
"Arte" implica "attenzione cosciente al fine della propria azione", così anche un arte marziale non può essere una semplice applicazione di movimenti meccanici. Le arti marziali, in quanto arte, insegnano la consapevolezza del Chi, dell'energia vitale che scorre nell'uomo.
L'uomo, espressione della legge del Tre, ponte fra cielo e terra, sa che la salute dipende dall'armonia della sua forza vitale, dal Chi, e per mezzo delle arti marziali pratica la via della salute.
Le arti marziali sono una via per sperimentare la legge dello Yin e dello Yang, del mutamento, dello scontro di forze, sia esso interno o esterno. Esse coltivano la saggezza che scaturisce dall'esperienza del mutamento e dall'agire in conformità con le leggi che lo regolano. Attraverso le arti marziali ci si addestra a leggere il mutamento delle cose e a calarsi sempre più in questo movimento. Ci si applica, esercizio dopo esercizio per insegnare anche al nostro corpo che, ad esempio, ad un pugno (yang) non possiamo opporre un altro pugno (yang) perché sarebbe in disarmonia con le leggi delle cose. Così come lo yin si ritira all'incedere dello yang, così la giusta risposta ad un pugno è la schivata (yin).
Le arti marziali inoltre sono una via specialissima per sperimentare la legge dell'Uno, del Tao. Nessun movimento, nessuna applicazione ha senso se non con la presenza di una mente concentrata che è padrona delle proprie forze. Sia sotto la dinamicità degli esercizi di Shaolin che sotto la delicatezza dei movimenti di Tai Chi che sotto la pratica dei Chi Gong quello che traspare è l'importanza di una mente stabile nel mutamento, concentrata e silenziosa. Le arti marziali guidano all'esercizio di queste qualità mentali e una mente con queste qualità vibra con il Tao.
Francesca Alliata